Mario Pippolini


«Qualcuno ha detto che “uno su mille ce la fa”. Ebbene, sì, io ce l’ho fatta: sono diventato un designer del vetro».

Mario Pippolini sprizza felicità: lavorare a Murano, mettere il suo talento a disposizione dei maestri vetrai era il suo sogno fin da ragazzino.
L’avevano sempre affascinato quelle figure contorte, quelle trasparenze, quei colori, che vedeva nelle vetrine dei negozi quando, bambino, passeggiava a mano dei genitori.
I suoi coetanei si fermavano a guardare i giocattoli, lui fissava incantato arlecchini, animali, oggetti e quant’altro usciva dalla fantasia e dall’abilità dei vetrai muranesi.
Ora ha fatto di quella passione una professione.

Nulla riesce a esprimere il colore quanto il vetro

La materia, il colore: «Nulla riesce a esprimere il colore quanto il vetro», afferma.
E la sua mente va ai lavori del Rinascimento, a quegli smalti colorati che hanno reso il vetro di Murano celebre in tutto il mondo, e all’ingegno di chi si è inventato nuove soluzioni, magari per contrastare la concorrenza, come per esempio il “lattimo” o “lattesino”, ovvero il vetro bianco opaco, ottenuto con ossido di stagno, utilizzato nei primi tempi per imitare le preziosissime porcellane provenienti dalla Cina.

Da lì è nato tutto, e quelle tradizioni continuano ancora ai nostri giorni: nei materiali e nelle tecniche un maestro vetraio del Rinascimento potrebbe riconoscersi anche oggi. L’innovazione invece è nel design ed è proprio quello il campo d’azione di Mario Pippolini.

Originalità e Innovazione


La sua originalità sta nello sposare l’innovazione con la tradizione, con la ricerca filologica della tradizione. «Voglio unire il massimo del contemporaneo con il massimo del tradizionale», osserva il designer, «quindi applico le mie intuizioni, le mie forme, a lavorazioni all’antica, eseguite senza stampi, un tipo di lavorazione che si stava un po’ perdendo, sacrificato sull’altare della comodità». Lavorare con queste tecniche antiche, dimenticarsi gli stampi, comporta qualche sforzo in più, ma il risultato è senza dubbio una qualità talvolta dimenticata.

Il fascino di Murano è proprio questo: continuità e novità. Dal 1290, ovvero da quando il governo della Serenissima trasferì tutte le fornaci sull’isola della laguna per evitare il pericolo di incendi a Venezia, il vetro si lavora nello stesso modo. Ma ogni generazione ha aggiunto qualcosa, ha scoperto, ha innovato. Oggi è il turno di Mario Pippolini, tocca a lui innestare talento e intuizione su una tradizione tanto antica: una sfida entusiasmante per un giovane designer.